Givenchy
Un sabato mattina, mentre frequentavo il Polimoda, ricevetti un’opportunità che avrebbe cambiato il corso della mia carriera. Solitamente il sabato dormivo fino a tardi, stanco dal lavoro come cameriere in pizzeria durante il weekend. Ma quella mattina era diversa: mi ero da poco avvicinato al buddismo e mi ero alzato presto per recitare le preghiere quotidiane. Decisi di andare a scuola, dove lo stilista Alessandro Lassi stava selezionando un profilo per un internship pagato a Parigi da Givenchy.
Non ero certo di avere possibilità, ma forse fu il mio approccio tecnico a fare la differenza. Mentre la maggior parte dei miei compagni creava figurini artistici, io realizzavo planimetrie dei vestiti usando Illustrator. Scoprii in seguito che questo tipo di competenza era una parte fondamentale del lavoro professionale. Alla fine, scelsero me.
Qualche mese dopo mi trasferii a Parigi, iniziando come assistente di Alessandro Lassi. Lavorammo alla collezione Spring/Summer 2003, ispirata al film Jules e Jim di François Truffaut. Fu un’esperienza incredibile, che mi permise di immergermi nel mondo della moda di alta gamma.
Alla fine dell’internship, mi proposero di rimanere a Parigi. Tuttavia, nello stesso periodo, ricevetti un’altra proposta: un internship presso Zoo York, un brand di streetwear legato allo skateboard, decisamente più vicino alla mia visione creativa. Con una buona dose di incoscienza, decisi di declinare l’offerta di Givenchy e mi trasferii a New York, per seguire il percorso che sentivo più mio.