Chi sono

Omar Rashid, Nuri Rashid

Mi chiamo Omar Rashid, sono art directorproduttore e regista.

Ho iniziato nella moda, poi nel 2003 ho fondato Gold, un progetto nato dallo streetwear e cresciuto nel tempo come spazio di produzione visiva, narrativa e tecnologica.

Oggi Gold è un ecosistema fatto di ricerca visiva, realtà virtuale e comunicazione indipendente — ma con lo stesso spirito con cui è nato: fare le cose a modo mio.

Sono nato in Iraq, ma vivo a Firenze da sempre. È qui che sono cresciuto, che ho fatto i miei primi graffiti, che ho conosciuto la cultura underground e che ho iniziato a usare le immagini come linguaggio.

Ho sempre avuto una passione per le storie, e i miei linguaggi preferiti sono il cinema e i fumetti.

Negli ultimi anni mi sono specializzato in realtà virtuale, in particolare nel video immersivo a 360° senza interazione (3DOF), un formato che considero molto vicino al linguaggio cinematografico.

Mi interessa la dimensione collettiva della realtà virtuale: usarla non per isolare, ma per creare esperienze condivise. Credo che un linguaggio prenda forma solo se diventa sociale — come è successo al cinema con la sala o ai videogiochi con le sale giochi.

Il mio approccio è simile a quello dei primi registi: da una parte i fratelli Lumière, che osservano la realtà; dall’altra Méliès, che la reinventa.

Credo che prima di cercare nuove forme, serva padroneggiare il linguaggio di base.

Mi piace insegnare, ma più che fare teoria preferisco mettere le mani nelle cose.

Ho tenuto corsi e workshop in scuole, università e festival, lavorando con studenti, artisti e professionisti curiosi di sperimentare nuovi linguaggi.

Ogni tanto mi chiamano a parlare del mio lavoro in festival, conferenze o incontri pubblici.

Mi fa piacere farlo, non tanto per spiegare, quanto per condividere percorsi, dubbi e idee.

Sono anche nerd, buddista, appassionato di fumetti e padre di Iris.

E ho sposato Margherita, che in tutto questo c’entra sempre.

Alla fine, tutto quello che faccio nasce da lì: dal bisogno di raccontare e di condividere.

Che sia un film, una mostra o un adesivo su un muro.