Elio e le Storie Tese — Il merchandising delle Emozioni Fortissime
 
A volte basta un secondo per permettere alla tua vita di realizzare un sogno.
Nel mio caso, tutto è iniziato nel 1992, quando Simona, un’amica più grande, mi fece ascoltare per la prima volta Pork e Cindy. Da allora sono stato un fan accanito di Elio e le Storie Tese, e mai avrei immaginato che un giorno mi sarei ritrovato a collaborare con loro.
 
Il primo contatto indiretto arrivò qualche anno prima di Gold, con un progetto chiamato Raskuha, un’intenzione di brand che avevo ideato e con cui producevo maglie serigrafate a mano.
Durante un’edizione di Pitti, decisi di regalare alcune maglie ai miei idoli, tra cui proprio gli EELST.
Mesi dopo, i Cayorosso – una band emergente con cui iniziai a collaborare – mi raccontarono che Rocco Tanica le indossava davvero.
Solo allora scoprii che uno dei membri, Tommaso Bianchi, era il figlio di Foffo Bianchi, lo storico fonico del gruppo: una coincidenza che contribuì ad accorciare diversi gradi di separazione e a far nascere un legame reale.
Quando Gold prese forma, fu proprio durante un video dei Cayorosso che chiesi di consegnare a Elio una maglia Gold, come piccolo gesto di apprezzamento.
Pochi giorni dopo, accadde l’impensabile: lo vidi indossarla in diretta a Radio Deejay.

Poco dopo mi chiamarono dalla Hukapan, la loro etichetta: volevano collaborare con Gold per il merchandising del tour “Emozioni Fortissime”.
Da lì nacque una linea di t-shirt pensate ad hoc per la band, tra cui la celebre Smoking, confezionata a mano per l’evento del 26 ottobre 2009 al Teatro degli Arcimboldi di Milano, dove gli EELST si esibirono con la Filarmonica Arturo Toscanini.
Ogni maglia era curata in ogni dettaglio, e alcune riportavano una grafica che richiamava volutamente il logo di Gold, come un marchio dentro l’altro.
 
La collaborazione è andata avanti fino allo “scioglimento” della band, ma è rimasta una vera amicizia — il tesoro più grande, oltre i sogni che potevo avere da bambino. Questa collaborazione mi ha regalato altre emozioni fortissime: partecipare al mitologico Dopofestival, condividere alcuni momenti al Sanremo della La canzone mononota, e seguire da vicino centinaia di concerti ed eventi del “simpatico complessino”. 
In quegli anni ho avuto anche l’onore — e la fortuna — di farmi affibbiare da Faso il soprannome di Romario Golden, che ancora oggi ogni tanto riaffiora in qualche chat o ricordo di quei tempi.
 
Ora che la band suona solo sporadicamente, ogni volta che ripropongono del merchandising — anche se non lo seguo più direttamente — mi capita di ritrovare alcune delle grafiche che ho curato in quegli anni. E ogni volta, un piccolo sorriso ritorna.