
Il 2 febbraio 2025 ho moderato, a Testo – Il salone di Pitti Immagine dedicato all’editoria contemporanea, la presentazione di Buster, il fumetto scritto da Andrea Fontana e disegnato da Ilaria Palleschi, pubblicato da Tunué.
Un libro che racconta la vita di Buster Keaton come fosse un biopic a fumetti, restituendo la grazia e la malinconia del suo cinema senza bisogno di parole.

Davanti a un pubblico curioso e partecipe — tra cui anche Daniel Cuello e Claudia Petrazzi — abbiamo parlato della capacità del fumetto di diventare un linguaggio cinematografico in sé.
Un linguaggio che, proprio come Keaton, si muove tra silenzi e ritmo, costruendo emozione attraverso il corpo e il movimento più che attraverso il dialogo.
Il fumetto di Fontana e Palleschi riesce a catturare tutto questo: alterna momenti storici e intimi, rompe la gabbia classica per seguire il gesto, e trasforma il segno in coreografia visiva.
Un tributo che mostra quanto fumetto e cinema, alla fine, siano parenti stretti — due linguaggi che condividono la stessa grammatica dell’immagine.

(Testo, come sempre, è stato anche l’occasione per rivedere amici e colleghi: tra un incontro e l’altro, Maicol & Mirco ha trovato il tempo di umiliare Pippo Civati a calcio balilla — cosa che, per dovere di cronaca, va assolutamente menzionata).
Un incontro che ha unito due passioni che da sempre convivono nel mio lavoro: cinema e fumetto, due forme di racconto che continuano a reinventarsi a vicenda.