C’era una volta VR – Una fiaba meccanica immersiva
Sono stato contattato da Lorenzo Pasquali di Ondadurto Teatro per una collaborazione artistica. Con Margò Pacinotti, la compagnia portava in scena spettacoli in tutto il mondo, caratterizzati da un linguaggio visivo potente e da grandi macchinari scenici.
Durante la pandemia, come molti, si erano dovuti fermare. Precedentemente avevano ospitato Segnale d’Allarme al loro festival, quindi c’era già una conoscenza reciproca.
Quando ci siamo incontrati, abbiamo approfondito i rispettivi lavori e individuato in C’era una volta — uno spettacolo ispirato alle fiabe — la base ideale per una trasposizione in realtà virtuale.
Gli spettacoli di Ondadurto erano concepiti per essere visti da lontano, ma ricchi di dettagli spettacolari anche da vicino: una Vespa sospesa su un braccio meccanico, luci monumentali, scenografie mobili. L’intuizione fu quella di ribaltare il punto di vista e mettere lo spettatore al centro dell’azione, dentro la fiaba stessa.
Abbiamo girato nello spazio di costruzione dei loro macchinari a Fiumicino, utilizzando gru e proiettori come parte integrante della scenografia. La telecamera VR era montata su una piattaforma mobile, ruotata manualmente dai performer durante la performance, in modo che il movimento stesso diventasse parte della coreografia.
Il risultato è stato sorprendente: l’opera teatrale è rimasta intatta, ma la VR le ha donato un nuovo respiro, rendendo il pubblico parte della scena e non più semplice osservatore.
C’era una volta VR ha debuttato a Praga, per poi proseguire il suo viaggio tra vari festival italiani, confermando quanto il linguaggio immersivo possa fondersi naturalmente con quello teatrale.
