Gold Stickers — Il segno che è diventato simbolo

Una semplice campagna di adesivi trasformata in icona. Dalle strade di Firenze ai capi Gold, il logo giallo e nero è diventato un segno di appartenenza che continua a vivere in nuove forme, anno dopo anno.
Gold Stickers

La nascita di Gold è profondamente legata alle mie esperienze personali.

Dopo un anno trascorso a New York lavorando per Zoo York, azienda simbolo della cultura skate, sono tornato a Firenze con la voglia di portare quell’energia creativa anche qui.

In Italia mancava completamente una realtà di quel tipo, così nel 2003 decisi di crearla, con il nome suggerito dal writer Bees e il logo disegnato da Smart, due figure chiave della scena fiorentina.

Per far conoscere il progetto prima ancora dell’apertura del negozio, scelsi una forma di guerrilla marketing diretta e visiva: lo stickering.

Una crew di writer riempì le strade di Firenze con adesivi giallo e neri, semplici e inconfondibili.

All’epoca gli sticker non erano uno strumento promozionale, ma un codice urbano di appartenenza: li usavano skater, DJ, rapper e writer per dire “ci siamo”.

In poche settimane, Gold era ovunque.

Quella che sembrava una trovata promozionale diventò un simbolo generazionale, tanto che ancora oggi molti ricordano Gold proprio per quella campagna che, di fatto, non è mai finita.

Negli anni, lo sticker è diventato parte integrante del linguaggio del brand: nei cartellini staccabili dei capi, nella toppa interna dei jeans, nelle campagne come Gold Light Sticker e persino nella app Gold AR, dove il logo tornava a vivere in realtà aumentata.

Il primo negozio aprì poche settimane dopo, ma il segno era già lasciato.

Lo sticker rimane tuttora il cuore pulsante dell’identità Gold — un gesto semplice, immediato e visivo, che racconta la mia idea di comunicazione: partire dalla strada e restarci, anche quando il mondo cambia piattaforma.

E ancora oggi, come allora, chi viaggia e trova un adesivo in giro per il mondo non manca mai di mandarmi una foto.