Le multe di Bue2530 — Verbali di ragionamento per una città distratta
Nel 2011, insieme all’artista Bue2530, abbiamo realizzato una delle azioni di guerrilla marketing più provocatorie e divertenti che Firenze ricordi.
In una notte di maggio, cinquemila “Verbali di ragionamento” — foglietti rosa identici alle vere multe — furono lasciati sui tergicristalli delle auto parcheggiate in centro.
L’idea, al cento per cento di Bue, era semplice e geniale: “multare” la città non per infrazioni stradali, ma per mancanza di sguardo, per assenza di consapevolezza, per “non usare i propri occhi”.
L’intento era scuotere, far sorridere e riflettere. In un periodo in cui le multe ai residenti, durante la gestione Renzi, erano in forte aumento, l’azione voleva essere una reazione poetica e ironica a un clima di controllo crescente.
Il giorno dopo, le reazioni furono immediate: tra chi si infuriava convinto di aver preso una vera contravvenzione e chi rideva leggendo la “violazione al codice della vita”.
Le testate locali e nazionali — dal Corriere della Sera a TGcom24, passando per Avvenire, Blitz Quotidiano e Firenze Today — ne parlarono ovunque.
Si parlò di media hoax, una “bufala costruttiva” pensata per costringere i media a raccontare un’operazione che metteva in discussione il rapporto tra comunicazione, città e cittadini.
L’operazione fece discutere la polizia municipale e perfino il comandante, ma centrò pienamente il suo obiettivo: fare rumore con intelligenza e ironia, dimostrando che il guerrilla marketing può ancora avere un valore culturale, quando nasce da un gesto artistico e non da un piano di vendita.
“Le multe di Bue2530” restano una delle azioni più iconiche e discusse di quegli anni — una piccola scossa gentile in una città che, allora come oggi, aveva bisogno di aprire gli occhi.