Logic Club — La notte fiorentina secondo Gold

Il Logic Club è stato, per un paio d’anni, il cuore pulsante della notte fiorentina.
Situato in via de’ Macci, nel centro storico, rimase aperto fino al 2013 e in quel tempo portammo sul palco alcuni dei migliori artisti della scena underground italiana e internazionale.
Nacque come logica conseguenza di Gold, da sempre animato da uno spirito di aggregazione e contaminazione.
Già nei negozi e negli spazi espositivi avevamo creato luoghi d’incontro, ma mancava un palco vero, uno spazio dove tutte le energie potessero convergere.

L’incontro con Dario Bastianelli e Gianluca Tozzi di Bar Argentina fu decisivo: grazie anche all’intraprendenza di Lapo Cupini e Marco Palagi, nacque l’idea di unire forze, visioni e pubblico sotto un unico tetto.
Il Logic diventò un laboratorio notturno, un luogo dove la musica incontrava l’arte e dove ogni serata era diversa dalla precedente.
Oltre ai live e ai DJ set, ospitammo mostre (come quella di Clet), performance e proiezioni.
Fu anche set di un videoclip dei Videomind (il trio composto da Clementino, Paura e Tayone) e di un cortometraggio di Omid Zarei, con Clet come protagonista.
A lavorarci, dietro le quinte, c’erano Irene e Anya, che avevano già collaborato con me in passato e che resero possibile la gestione di uno spazio così vivo e complesso.
La loro presenza contribuì a creare un’atmosfera accogliente e familiare, capace di tenere insieme pubblico, artisti e staff come in un’unica grande crew.
In poco tempo il club divenne una tappa fissa per chi cercava qualcosa di diverso dalla solita notte fiorentina: un posto dove l’improvvisazione, l’arte e la musica si mescolavano in modo naturale.
Anche di questa parentesi c’è chi conserva un ricordo prezioso — perché, come spesso accade, le cose più effimere sono quelle che lasciano il segno più profondo.









