Pop Up Fest – Bolzano – Capitolo Uno
 
Il 27 settembre Bolzano si è trasformata in un piccolo universo pop: fumetti, VR, giochi, musica e una quantità di entusiasmo difficile da contenere.
È stata la prima edizione del POP UP FEST (PUF), un “capitolo uno” che ho avuto il privilegio — e la responsabilità — di scrivere come direttore artistico, grazie alla fiducia (e alla sana follia) di Luca Criscuolo, Lucia Di Michele e Giulia Scippacercola.
 
Quando mi è stato proposto il ruolo, ho deciso di trattare il festival come un racconto.
Ogni edizione come un nuovo episodio, con un personaggio che evolve, cresce, cambia linguaggio.
Per iniziare, serviva una nascita, e così abbiamo creato PUF, una nuvoletta di fumetto — simbolo dell’immaginazione che prende forma — disegnata da Donato Russillo (TheDonatz).
Da lì, tutto il resto è venuto naturale: se nasce un personaggio, allora bisogna dargli voce, corpo, e un mondo attorno.
 
L’intero festival si è svolto dentro la Casa della Pesa, vissuta in ogni suo piano, dal seminterrato fino alla corte esterna.
Mi piace pensare che l’edificio stesso fosse parte del racconto: ogni piano un livello, ogni stanza un diverso linguaggio.
 
Al piano terra abbiamo ospitato i panel e i talk:
Daniel Cuello, Chiara Pinzauti e Donato Russillo hanno raccontato la vita da fumettisti; BeNerd ha portato un gioco di ruolo, Mauro Zingarelli ha parlato del passaggio dalla carta al fotogramma (lo moderavo io) e Riccardo Suarez con Giuseppe Grossi hanno fatto sentire quanto una voce possa essere una scena.
 
Al secondo piano, tra giochi da tavolo e postazioni videogame curate da Green Ground, si passava dal cartaceo al digitale in un attimo, come in un montaggio parallelo.
Nella grotta, invece, si giocava sul serio: sessioni di GDR, tornei di carte e quel caos allegro che solo i veri nerd sanno generare.
 
Al terzo piano, i workshop: doppiaggio, character design e l’esperimento che unisce i miei due mondi, Maicol & Mirco in realtà virtuale — un laboratorio VR che fonde fumetto e teatro immersivo.
E poi, fuori, la musica dal vivo, che chiudeva la giornata come nei titoli di coda di un film: voci, sax, colonne sonore Disney e Broadway, fino a Promì e GAXWIN con il suo “nerdofono”.
 
Ma la parte più bella non è stata quella in programma: sono stati i momenti di condivisione — pranzi, cene, chiacchiere rubate tra un panel e l’altro — in cui si sono creati legami veri, di quelli che non puoi pianificare.
 
È lì che ho capito che il POP UP FEST non è solo un evento: è una storia collettiva che ogni anno potrà riscriversi in un modo diverso.
Ringrazio di cuore tutti i ragazzi dell’organizzazione e in particolare Luca, Giulia e Lucia e l’Associazione La Strada-Der Weg ONLUS, per avermi fatto sentire parte di un gruppo che crede ancora nella meraviglia di creare qualcosa insieme.
 
Questo è stato il Capitolo Uno. 
Mi auguro di scriverne molti altri.
Foto di Niccolò Dametto.