l motivo per cui ho studiato moda è sicuramente riconducibile al lavoro di mio padre, che da anni operava nel settore con il marchio Cadini, un brand di abbigliamento classico al quale avrei poi collaborato.
Il mio stile, però, era tutt’altro: più vicino allo streetwear e al mondo hip hop che all’eleganza sartoriale.
Durante gli ultimi mesi al Polimoda, mentre preparavo la collezione per l’esame finale, decisi di affiancare a quel percorso una piccola linea di t-shirt stampate, qualcosa che parlasse davvero il mio linguaggio.
Nacque così Raskuha, un progetto sviluppato insieme all’amico Andrej Kuhajda, writer e designer che un anno dopo avrebbe realizzato anche il logo di Gold e le prime grafiche del brand.
Le maglie furono presentate anche durante la sfilata di Cadini al Teatro Romano di Fiesole, un piccolo ma significativo punto d’incontro tra due mondi: quello classico e quello urbano.
Poco dopo quella sfilata partii per Parigi, dove feci un internship da Givenchy, e successivamente per New York, dove lavorai per Zoo York, esperienza che mi cambiò profondamente.
Quando tornai in Italia, con quell’energia addosso, nacque Gold.
Raskuha rimane così il primo passo, breve ma fondamentale: la scintilla che ha acceso tutto ciò che sarebbe venuto dopo.