Storie dell’Appennino
Ho avuto l’incredibile opportunità di partecipare a un progetto innovativo e profondamente significativo: Storie dell’Appennino. Questo laboratorio di cinema a 360 gradi, organizzato all’interno del Corto Dorico Film Festival, ha riunito venti giovani creativi nei borghi del Centro Italia colpiti dal terremoto del 2016. L’obiettivo era raccontare, attraverso la realtà virtuale, le storie di queste comunità e la resilienza dei loro abitanti.
Durante il laboratorio, insieme a un team di tutor eccezionali tra cui l’attore Elio Germano, il musicista e filmmaker Alessio Ballerini, il fotografo e regista Tommaso Perfetti, e la filmmaker Laura Viezzoli, abbiamo guidato i partecipanti nell’utilizzo di visori, smartphone e tecnologia VR per realizzare 9 cortometraggi. Questi lavori offrono uno sguardo inedito sulla vita nelle zone terremotate, esplorando il dolore, la lotta quotidiana e la forza vitale che caratterizza questi luoghi.
Essere parte di questo progetto come tutor ed esperto di realtà virtuale è stato per me un privilegio. Ho visto con i miei occhi come la tecnologia può diventare uno strumento potentissimo per raccontare storie umane, per esplorare e comprendere realtà complesse da una prospettiva completamente nuova. La realtà immersiva, infatti, non solo ci ha permesso di documentare ma anche di far vivere agli spettatori un’esperienza emotiva e coinvolgente dei borghi dell’Appennino.
Lavorare con questi giovani talenti, così pieni di curiosità e voglia di sperimentare, è stato incredibilmente stimolante. Insieme, abbiamo esplorato nuove modalità di racconto, sempre nel rispetto del territorio e delle persone che ci vivono. Questo progetto non è solo un esempio di come la tecnologia possa servire l’arte, ma anche di come possa diventare un mezzo per unire le persone e condividere storie di grande umanità.
Se siete curiosi di vedere i risultati di questo lavoro, vi invito a guardare i cortometraggi VR disponibili su YouTube, possibilmente con un visore.
In conclusione, Storie dell’Appennino è molto più di un laboratorio di cinema; è un viaggio attraverso le ferite e la bellezza di un territorio, raccontato con una tecnologia che apre nuovi orizzonti di percezione e comprensione.