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Un segnale d’allarme in VR

Al Wired Next Fest, insieme a Elio Germano, ho presentato Segnale d’allarme – La mia battaglia VR, un esperimento che fonde teatro e realtà virtuale, portando il pubblico a riflettere su consenso, manipolazione e pensiero critico.

Insieme a Elio Germano, abbiamo deciso di trasformare il suo spettacolo La mia battaglia in una produzione VR dal titolo Segnale d’Allarme. Non volevamo solo documentare uno spettacolo teatrale, ma creare un’esperienza immersiva in cui lo spettatore fosse completamente circondato dall’azione e dalle emozioni del pubblico. Il Wired Next Fest di Milano è stato il contesto ideale per presentare questo progetto innovativo.

Sul palco, abbiamo raccontato come tutto sia nato: volevamo unire teatro, cinema e tecnologia per amplificare il messaggio dello spettacolo, che parla di consenso, affabulazione e manipolazione. L’idea era semplice, ma ambiziosa: sfruttare la realtà virtuale non solo per raccontare, ma per far vivere lo spettacolo in modo nuovo. In VR, lo spettatore non è più solo un osservatore, ma è al centro dell’azione, parte integrante del dibattito che lo spettacolo solleva.

Per me, una delle parti più interessanti del progetto è stata vedere come il pubblico, tolto il visore, sentisse il bisogno di parlare, di confrontarsi. È un aspetto che raramente accade con altri media. La tecnologia qui diventa un ponte per la socialità, non un ostacolo.

Questa collaborazione con Elio è stata un’occasione unica per esplorare le potenzialità della VR applicata al teatro. Non è solo un nuovo modo di fare spettacolo, ma un invito a riflettere su quanto siamo influenzabili e su quanto sia importante mantenere un pensiero critico, anche – e soprattutto – nell’era digitale.