Gold Japan — Dal cuore di Firenze al Sol Levante

Dal negozio di via Verdi alle strade di Tokyo, l’avventura di Gold ha attraversato continenti grazie a un’amicizia nata tra vinili e sneakers. Un legame sincero che ha portato la cultura street fiorentina fino in Giappone.
Gold Japan

Tra le tante collaborazioni nate negli anni con Gold, una delle più significative è stata quella con Hiro, un dj giapponese che conobbi nel negozio di via Verdi.

Era venuto in Italia con il sogno di diventare stilista, ma si innamorò immediatamente del progetto Gold, tanto da diventarne una presenza fissa. Iniziò come aiuto commesso, poi come barista nelle serate che organizzavamo e infine — grazie anche al supporto di Shino (Federico Orlandini) — si affermò come dj ufficiale, trovando il suo spazio nella scena drum’n’bass fiorentina e oltre.

Nel 2008, Hiro rientrò in Giappone, ma il legame con Gold non si spezzò.

Dopo qualche anno, mi scrisse per raccontarmi che voleva trasportare l’esperienza Gold in Giappone, e l’idea mi entusiasmò subito.

Cominciò a diffondere adesivi Gold nelle principali città giapponesi, a organizzare feste, e a promuovere il progetto online attraverso goldworld.jp, una versione locale del nostro magazine.

Nel 2011, l’avventura divenne ancora più concreta con la nascita del canale di vendita ufficiale goldysdjapan.jp, che riscosse da subito un grande successo.

Le vendite si moltiplicarono, e il nome di Gold iniziò a circolare nella scena underground giapponese, trovando nuovi interpreti e nuovi significati.

Per me, questa esperienza resta una delle più belle di sempre: non tanto per il risultato commerciale, ma per ciò che rappresenta — la prova che un’idea nata in un piccolo negozio fiorentino poteva parlare anche all’altra parte del mondo, grazie a un’amicizia, una visione condivisa e la forza di un linguaggio universale come quello della cultura street.

Ancora oggi io e Hiro siamo amici, e ogni volta che torno in Giappone, ci incontriamo — sempre nello stesso punto, all’incrocio di Shibuya.