Fitzcarraldo VR — Un’opera sul Tevere, un’impresa sul set
Sono stato coinvolto da E45 per riadattare Fitzcarraldo, un’opera-performance originariamente pensata per un battello sul Tevere, al linguaggio della realtà virtuale.
Un progetto complesso e affascinante, che unisce teatro, musica e narrazione, trasformando il fiume di Roma in un vero e proprio palcoscenico galleggiante, tra l’Isola Tiberina e Castel Sant’Angelo.
Insieme a Sasan Baha e Gabriele Fasano, ho curato la regia VR, la fotografia, la postproduzione e il suono, lavorando per restituire la forza e la profondità dell’esperienza dal vivo.
E come nel Fitzcarraldo di Herzog, anche qui la produzione è stata un’impresa: su tre giorni di riprese ne siamo riusciti a completare soltanto uno.
Un giorno c’era un caldo insopportabile — oltre 35 gradi — e la strumentazione musicale andava in tilt; gli altri due, pioggia battente.
Solo nell’unica finestra tra sole e vento siamo riusciti a girare, e per fortuna l’opera è andata perfettamente sotto ogni aspetto.
Tra gli aneddoti più memorabili c’è la cena da Mamma Gina, a pochi passi dal molo di partenza, e (meno piacevole ma con lieto fine) lo zaino rubato a Gabriele sul treno di ritorno, con dentro tutto il materiale audio. Dopo ore di sconforto, i Carabinieri di Roma lo hanno ritrovato abbandonato, salvando il lavoro appena girato — una fortuna quasi mistica.
Dal punto di vista tecnico, l’audio è stato un elemento centrale: spazializzato e arricchito da riverberi reali quando la barca passava sotto i ponti, proprio come si percepiva dal vivo.
Il risultato è un adattamento fedele e immersivo, che permette di vivere — anche attraverso un visore — la stessa tensione poetica e produttiva dell’opera originale.