Senzatomica — Un viaggio VR tra Hiroshima, Nagasaki e il disarmo nucleare
Questo progetto ha radici lontane. Dal 2002 pratico il Buddhismo della Soka Gakkai, un’organizzazione laica giapponese basata sugli insegnamenti di Nichiren Daishonin.
Nel 2011 la Soka Gakkai Italiana ha lanciato Senzatomica, una campagna per il disarmo nucleare, coinvolgendomi come creativo. La mostra principale ha viaggiato per dieci anni e, grazie ai fondi dell’8×1000 ottenuti dall’intesa con lo Stato Italiano, è stata rinnovata.
Specializzandomi nell’audiovisivo VR, ho proposto di integrare la realtà virtuale nella nuova edizione della mostra.
L’idea era di trasportare i visitatori nei memoriali della pace di Hiroshima e Nagasaki, trasformando l’esperienza in una narrazione immersiva e sensoriale.
Il progetto ha preso forma nel 2018, ma la pandemia ci ha costretti a ripartire solo nel 2022, quando il tema del disarmo è tornato drammaticamente attuale con l’invasione russa in Ucraina.
Abbiamo lavorato al testo con l’ufficio di Senzatomica e con Emilia Giubasso, costruendo una struttura ispirata a Firenze VR: una prima parte “leggera”, dedicata al Giappone contemporaneo, seguita da una sezione più intima e dolorosa, con le testimonianze post-bomba e le riprese nei musei di Hiroshima e Nagasaki.
Ottenere i permessi per entrare nel Dome di Hiroshima è stata un’impresa: decine di mail con la Film Commission locale, fino a quando Daniele Santi e Alessja Trama hanno incontrato il sindaco di Hiroshima, sbloccando finalmente l’autorizzazione.
A settembre siamo partiti, seguiti da un tifone che ci ha complicato le riprese.
Durante un volo con il drone sopra il Dome, il segnale si è perso e il drone si è schiantato — ma per fortuna le immagini cruciali erano già salvate.
Nonostante tutto, sentivamo di essere sulla strada giusta.
Le riprese, pur tecnicamente semplici, erano rese uniche dal luogo e dal silenzio che lo circondava. Una volta montato il materiale, Luca Fortino ha composto le musiche e Carmen Consoli ha prestato la sua voce al testo di Emilia, aggiungendo un’emozione profonda a un progetto che parla di memoria, responsabilità e speranza.








