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The Italian Baba

Film documentario biografico in realtà virtuale. Corto musicale in realtà virtuale diretto da Sasan Bahadorinejad. Il film racconta di un viaggio in India. Racconta la storia di Baba Cesare. La realtà virtuale porta gli spettatori nei paesaggi lontani, nei suoni ed odori distanti. Ho letto il libro di Folco Terzani “A pieni nudi sulla Terra” mentre ero in India. Con Elio Germano come voce narrante volevo far vivere la stessa esperienza che ho vissuto io agli spettatori.

The Italian Baba

  • - 20'
  • Regia Omar Rashid, Elio Germano
  • Produzione Gold
  • Co-Producer Cosimo Lombardelli
  • Cast Elio Germano
  • Musica Federico Orlandini
  • Fotografia Omar Rashid
  • Post Produzione Sasan Bahadorinejad
  • Sound Design Gabriele Fasano
  • Grafica Luca Barcellona

Nel 2016 Elio Germano ci propose, a me e Margherita, un viaggio in India con destinazione Hampi, dove si trovava l’ashram di Baba Cesare. Baba Cesare, un italiano trasferitosi lì negli anni ’70 e diventato sadhu, era il protagonista del libro “A piedi nudi sulla terra” di Folco Terzani, che Elio aveva conosciuto interpretandolo nel film “La fine è il mio inizio”.

Il libro racconta il percorso di Baba Cesare, partendo dal suo passato ribelle e avventuroso negli anni ‘70, attraversando Turchia, Iran, Afghanistan e Pakistan fino all’India, dove abbracciò la vita spirituale dei sadhu. A Hampi, aveva costruito un ashram in un luogo magico, nella giungla tra due fiumi, dove Kipling ambientò “Il libro della giungla”. Al nostro arrivo, il nostro compito era riaprire l’ashram dopo sei mesi di abbandono e riportare Baba Cesare nel suo eremo, un luogo che ho percepito come un punto di contatto tra il sacro e il profano.

In quei giorni, lessi per la prima volta il libro di Folco, vivendo un’esperienza incredibile. Avevo scoperto da poco la realtà virtuale e portai con me una piccola action cam a 360°, utilizzandola per riprendere alcuni momenti. Tornati in Italia, io ed Elio cercavamo un testo da riadattare per la VR, ma senza successo. L’idea di tornare in India e raccontare quel luogo magico cresceva nella nostra mente.

Due anni dopo, decidemmo di tornare, questa volta con Folco e altri amici, per riportare Baba Cesare nel suo ashram e documentare tutto in VR. Arrivati a Goa, Cesare ci sorprese dicendo che sarebbe rimasto lì, invitandoci ad andare da soli a riaprire l’ashram. Disorientati, partimmo comunque. Durante quei dodici giorni, mi trasformai in una sorta di sadhu digitale, riprendendo con la mia GoPro Fusion ogni momento significativo.

Ogni mattina ci alzavamo all’alba per fare la puja e riprendevo l’alba da vari punti di vista. Tornai in Italia con più di sessanta ore di girato da stitchare, un’impresa titanica. Subito dopo il viaggio, girai la prima prova di “Segnale d’Allarme”, quindi le riprese rimasero in standby. Pian piano iniziai a montare il materiale, e la fase più complicata fu dargli una forma.

Riuscimmo a trovare Baba Cesare a Bagni di Lucca e lo “riportammo” nel suo ashram per una delle ultime volte, poiché pochi mesi dopo venne a mancare in India. Il primo montaggio era il viaggio cronologicamente ripercorso, accompagnato da stralci del libro di Folco. Dopo diverse versioni e grazie agli esperimenti di Sasan, sintetizzammo il viaggio in pochi minuti di montaggio frenetico, perfetto per narrare l’idea di un’India caotica, focalizzandoci poi sull’ashram. Elio prestò la voce, interpretando il Baba anziché leggere semplicemente.

Parallelamente, lavorai sul sonoro con Federico Orlandini, in arte Shinjin, che compose le musiche, e con Gabriele Fasano, che fece un lavoro straordinario di sound design, ricreando i suoni registrati in India nel modo più fedele possibile. Il risultato fu sorprendente, tanto che le persone legate a Cesare non riuscirono a trattenere le lacrime.

Presentammo il lavoro al festival River to River di Firenze e, grazie a questa esperienza, Elio tornò a interpretare Baba Cesare nell’audiolibro “A piedi nudi sulla terra”.