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Massimiliano Loizzi, Corrado Accordino, Marco Ripoldi, VR, VRisiko

VRisiko! Sognando la Kamčatka

Una partita a Risiko tra tre amici che durante lo svolgersi del gioco fanno emergere i propri caratteri rivelandosi poi meno amici di quanto pensassero. Il riadattamento in VR di un opera teatrale che si prestava perfettamente al cambio di medium.

VRisiko! Sognando la Kamčatka

  • - 22'
  • Regia Omar Rashid
  • Produzione Omar Rashid, Luca Fortino, Corrado Accordino, Pierfrancesco Pisani, Alessandro Mancini
  • Scenografia Maria Chiara Vitali
  • Co-Producer Cosimo Lombardelli
  • Cast Massimiliano Loizzi , Marco Ripoldi , Corrado Accordino
  • Fotografia Cosimo Lombardelli
  • Post Produzione Sasan Baha, Cosimo Lombardelli
  • Sound Design Luca Fortino
  • Presa Diretta Luca Fortino
  • Scenografia Maria Chiara Vitali
  • Costumi Maria Chiara Vitali
  • Effetti Speciali Cosimo Lombardelli
  • Grafica Azzurra Giuntini

Durante il lockdown, tramite Facebook, conobbi Marco Ripoldi, attore de Il Terzo Segreto di Satira, un collettivo di registi e autori che ha fatto il passaggio dal web al cinema in modo virtuoso. Mi piaceva molto il suo modo di recitare, convincente e reale, così gli proposi di esplorare il linguaggio della realtà virtuale.

Gli inviai un visore e dei contenuti, iniziando a parlare di nuovi progetti. Con lo spettacolo dal vivo bloccato, la VR rappresentava una nuova prospettiva per continuare a lavorare, e Marco si appassionò subito al virtuale. Come forse saprete, Marco interpretò il Commissario Centuri in “Così è (o mi pare)”, ma questo progetto nacque prima del lavoro su Pirandello.

Durante il lockdown, Marco mi parlò di “Sognando la Kamchakta” di Corrado Accordino, un progetto teatrale che era andato in scena solo una volta prima della pandemia. Lo spettacolo, un atto unico in tempo reale, vedeva tre amici giocare a Risiko, con i loro caratteri e tradimenti che emergevano durante la partita. I pensieri dei personaggi venivano raccontati attraverso momenti off, con un occhio di bue che illuminava l’attore che parlava al pubblico.

Quando Marco mi raccontò del progetto, dissi subito che era perfetto per la VR. Dopo “Così è (o mi pare)”, girammo questo. La sfida proposta a Corrado fu di giocare realmente la partita, mantenendo una drammaturgia ma lasciando spazio all’improvvisazione per coprire i momenti variabili della partita. Le carte erano distribuite in ordine prestabilito, ma i dadi seguivano logiche casuali.

La telecamera era piazzata come nel film dei Fratelli Lumiere “La partie de cartes”, al posto del quarto giocatore assente, rappresentando il flusso di coscienza dei personaggi. Nel cinema VR, è fondamentale definire chi è lo spettatore rispetto alla storia. In questo film, lo spettatore era il flusso di coscienza dei personaggi, quindi nei momenti off, l’attore parlava in macchina mentre gli altri due si congelavano.

In post-produzione, abbiamo scontornato frame-by-frame tutti gli off, lasciando il personaggio parlante a colori e desaturando il resto in bianco e nero. Il risultato è davvero interessante, mostrando come questo linguaggio prenda dal cinema e dal teatro, ma al tempo stesso crei qualcosa di nuovo e ancora da codificare.

Certo, non è stata proprio la scelta più economica, soprattutto in ambito di tempo, perché la post-produzione è durata tantissimo, ma la resa meritava la spesa.